Il suo rock è ruvido e graffiante. E la sua penna stilla parole di critica verso il sistema, il tutto con genuina fede nel potere della musica. Marco Sanchioni, ci racconta il suo percorso artistico, tra le difficoltà del music business ed una saggia filosofia di vita: affrontando ogni sfida con determinazione e senza arrendersi mai.
Ciao Marco, un album “LA RISCOSSA DEL CUORE” e poi il singolo “Il vecchio mondo (e quel che resta)”. Raccontaci qualcosa di questi nuovi lavori.
“La riscossa del cuore” è un album nato, cresciuto e realizzato in piena epoca covid, quindi con tutte le restrizioni annesse e connesse. Non è stato facile dunque, o quanto meno non è stato così agevole, mettere assieme idee ed arrangiamenti senza fare prove in presenza, visto che il batterista vive ad Ancona. Un disco che inevitabilmente ha aperto un punto di vista sulla situazione che stavamo vivendo. Tutte le canzoni rimandano a vari aspetti del vissuto pandemico, non senza un occhio critico. “Il vecchio mondo” è il secondo singolo estratto che ho scelto perché lo considero un brano musicalmente potente e con un testo importante che ho completato solo di recente dopo averlo tenuto nel cassetto per tanti anni, ispirato proprio dagli avvenimenti recenti. Pur avendo perso il testo, il ritornello non l’ho mai dimenticato ed ho ritenuto giusto recuperare il brano incompleto andando a riscrivere le parti mancanti osservando il mondo per come si presentava.
… E parliamo anche un attimo di te. Sappiamo che vieni da lontano, con tanti album all’attivo. Chi è Marco Sanchioni?
Ho cominciato a cantare fin da bambino, partecipando a vari festival canori della mia zona. Incisi pure un 45 giri per bambini. Poi dopo varie scoperte ed ascolti tra cantautori e classici del rock, ho compreso che potevo sviluppare un mio linguaggio creativo, così a 17 anni fondai la mia prima band, gli A number two con cui incisi un EP. Dal ’92 in poi ho cominciato il mio percorso solista, producendo inizialmente tre demotape. Il primo album “Mite” arriva nel 2002, il secondo nel 2012. Nei dieci anni intercorsi ho partecipato a varie compilation con un buon numero di concerti al seguito. Successivamente ho pubblicato altri tre lavori, l’ultimo dei quali nel 2022. La musica ha segnato un percorso indelebile nella mia vita e questo percorso continua ancora.
Ogni artista vive una vita privata ed una artistica. Tu sei sempre la stessa persona, le due cose si fondono? O qualcosa divide l’uomo dall’artista?
Beh, se mi analizzo non penso di avere due vite distinte. Vivo la mia vita quotidiana e l’essere un cantautore in assoluta normalità. C’è chi non è a conoscenza di questo aspetto della mia vita. Poi c’è chi mi vede in video, sul web o talvolta sul giornale e rimane stupito, perché non se lo aspettava. Ritengo giusto fare promozione della mia musica, ma di certo non amo fare troppa pubblicità gratuita di me stesso sotto questo aspetto.
Come ci dicevi la “RISCOSSA DEL CUORE” è un album nato nel periodo della pandemia. Avendo tanto tempo a disposizione, e ragionando su tutto quanto stava accadendo. Cosa puoi dirci in merito?
In verità non ho iniziato subito a scrivere nuovo materiale, una volta incominciato il lockdown. L’impatto degli eventi credo ci abbia preso un po’ tutti in contropiede, non era mai successo che si dovesse rimanere chiusi in casa forzatamente, come non si parlava di coprifuoco, introdotto più tardi. Cosa che non accadeva dai tempi della seconda guerra mondiale. Dunque i primissimi mesi a me sono serviti per decomprimere e realizzare bene cosa stava accadendo. Solo nel settembre 2020 ho iniziato a scrivere le nuove canzoni che arrivavano veloci ed ispirate. Nell’arco di poco più di un anno, nonostante le difficoltà che ricordavo poco fa, il disco era fuori.
Tra i tutti i tuoi progetti, come collochi questo nuovo lavoro?
Vado molto fiero di questo album. Ho cercato di raccontare ciò che vivevo ed osservavo senza mai nominare quelle parole chiave che hanno caratterizzato gli ultimi anni e che solitamente hanno portato ed a volte tuttora portano, specialmente sui social, a polemiche e scontri vari. Intendo dire che non mai nominato parole come covid, vaccini, coprifuoco, mascherine, lockdown. Ho cercato di guardare il mondo di quel periodo raccontandolo nella maniera più possibile olistica.
E tra i tuoi album, quale reputi il migliore o quale consiglieresti agli ascoltatori?
Direi proprio quest’ultimo, ma anche “La pace elettrica”, il mio lavoro precedente. Li ritengo i miei due lavori più completi e maturi artisticamente.
C’è una ricetta per raggiungere il successo, anche tra gli artisti indipendenti. O reputi il music business una faccenda per pochi?
In tanti anni che suono non mai compreso bene quale possa essere una ricetta vincente per raggiungere visibilità e successo. Da parte mia mi sono limitato a scrivere ogni volta che mi andava di farlo, facendo altrettanto quando volevo pubblicare un nuovo album. Ho sperato di trovare un contratto discografico per consentirmi di avere un impatto maggiore sul pubblico, ma ciò non è avvenuto. Tutto questo non mi ha dato alcun tipo di celebrità ma mi ha sicuramente reso totalmente indipendente, ed è un aspetto piacevole che oggi mi ritrovo. Se il music business è una faccenda per pochi è perché forse quei pochi hanno i giusti legami, i giusti contatti e magari pure i giusti santi in paradiso.
E secondo te, in caso, è più deludente il music business in sé. O la critica di parte intellettuale, che sembra dare poco spazio agli emergenti che dovrebbe sostenere?
Direi entrambi, anche se capisco di più il music business che comunque punta a grandi numeri su larga scala e non ha interesse verso gli indipendenti emergenti. È indubbio invece che tanta critica intellettuale non ha un occhio sinceramente attento verso coloro che teoricamente dovrebbero essere vicini alla loro sensibilità. Spesso la loro spocchia intellettuale prevarica il valore degli artisti e delle opere stesse. Dunque direi che la critica intellettuale ha ben più responsabilità in merito.
Dopo “Il Vecchio Mondo” hai nuovi progetti in progress?
Sicuramente pubblicherò un nuovo album più in là, ho già delle canzoni pronte, ma non mi sto dando per adesso delle precise scadenze.
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